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Felice alla Guerra
Felice alla Guerra è un diario. Avrebbe dovuto avere una vita diversa da quella che ha avuto. Avrei voluto che fosse stampato in fretta, senza fronzoli, su della cartaccia, e messo in vendita a poco prezzo, magari alla cassa delle librerie. Perché è un diario di guerra, scritto giorno per giorno durante la Prima Guerra del Golfo, la guerra del ’91, e pensavo allora, come oggi, che valeva la pena di essere letto finché c’era ancora fumo e rovine brucianti e morti da seppellire. Io ho combattuto quella guerra nel modo passivo che mi è stato imposto, e ne sono tuttora reduce. Reduce dalla prima guerra combattuta dal paese dove sono nato alla luce dell’universale certezza che un’evenienza del genere non sarebbe mai potuta accadere. Mai più. Già. Da allora il mio Paese ha dichiarato guerra e combattuto diverse altre volte, lo ha fatto con una disinvoltura che mi ripugna, lo ha fatto premettendo “in nome della pace”. Da allora, dal ’91, non uso più quella parola, che mi è stata rapita dai generali dello stato maggiore, dai ministri, dai parlamentari di una nazione nata ripudiando la guerra. So che rimarrò nella condizione di reduce per tutto il tempo che mi resta ancora da vivere.
Se potete leggerlo, e farne quello che volete, sappiate che lo dovete al fatto che la Faenza, la Anna e Gianluca si sono dati un sacco da fare per trasformare un vecchio libro sgualcito in questa roba di digitale attualità.
Vi ho già tutti sognato una volta
Nel 1990 ho ceduto alla Casa Editrice Feltrinelli i diritti per la pubblicazione di un testo che, con il titolo Vi ho già tutti sognato una volta, risulta essere la mia seconda opera pubblicata dopo Màuri Màuri. La fortuna di questo libro, il cui titolo Franco Fortini giudicò “sciaguratissimo” è stata tale per cui l’Editore non si è neppure rifatto del modesto anticipo che a suo tempo mi elargì. Rileggendolo oggi non ho ben chiaro cosa volessi dire e raccontare, ed è assai probabile che non lo avessi chiaro nemmeno mentre lo stavo scrivendo. Sta di fatto che ne ho sempre rifiutato la ristampa. Oggi “Vi ho già tutti sognato una volta” è tornato di mia proprietà ed intendo offrirlo gratuitamente, a puntate di un capitolo alla volta, alla lettura di chi ne fosse per qualche ragione curioso. In cambio chiedo agli eventuali lettori il gesto di generosità di dirmi la loro, scrivendo un commento e magari provando a delucidarmi circa la natura di quel testo.
A mo’ di prefazione abbiamo trovato e inserito un testo che il Franco Fortini scrisse per l’unica presentazione pubblica del libro. A mo’ di sottotitolo quello che lui pensava dovesse essere il titolo giusto.
La riedizione è a cura di Gloria Ghetti che ha ripulito il testo dai refusi e da alcuni corsivi confusi che ne complicavano la lettura e ha scoperto che c’è stato un tempo in cui Maurizio Maggiani si inventava un sacco di parole. Il che, seppur infantile rimane, a giudizio dell’autore, un gran bel gioco da fare.