Sus tenete, latino, tenere in alto, gesto che, a tener conto della radice antica tan, implica lo sforzo e l’intenzione di stendere la mano per trarre a sé, per possedere. Sollevare per avere, tendere la mano per tenere in alto sopra il fango, la polvere, la sozzeria, i mille pericoli del raso terra, ciò che intendiamo possedere, in effetti si tratta di una cosa piuttosto impegnativa. Un lavoro da Titani; e infatti, guarda caso, i Titani, gli antichi dèi arruffoni e selvaggiamente muscolari, pasto prediletto del loro crudele padre Crono, traggono il loro nome da titainein, sforzarsi, tendere in alto. Uno tra loro, Atlante, che si era alleato con Crono contro le ambizioni di immortalità di Zeus, sconfitto, unico caso conosciuto di sconfitta del tempo, per punizione fu destinato a sostenere in eterno, sic, la volta celeste, o anche solo, più modestamente, il globo terrestre nel firmamento. La Terra dunque parrebbe sostenibile, a essere gli dei Titani però, o dei forzuti semidei come Eracle, che comunque ci riuscì solo nel breve lasso di tempo che gli servì per fregare Atlante. Eppure, noi vogliamo ardentemente sostenere e vogliamo con tutte le nostre migliori intenzioni rendere noi stessi e ogni cosa che ci riguarda sostenibili. La sostenibilità è l’ambito traguardo dei più accorti economisti, dei più sensibili politici, è il quotidiano impegno degli scienziati che hanno a cuore i destini del nostro mondo. Salvarlo tenendolo in alto sopra lo sfascio che abbiamo generato con la nostra smania di possesso, possederlo schiacciandolo sotto i nostri zozzi piedi.