Dal latino, che ha la facoltà e la volontà di rispondere. Rispondere, dal latino, composto da re per reiterare e spondere, promettere: E da qui sponsus e sponsa, sposo, sposa, coloro che si promettono. Dunque un responsabile è uno sposo. Bene. Sono stato educato a rispondere di me, di ciò che penso, di ciò che faccio, di ciò che intendo, sono abituato a promettermi e a perseverare nella promessa. Ma ora mi sento schiacciato dal dovere alla responsabilità che tutti quanti qui intorno mi impongono senza un minimo di riguardo; mia moglie, i miei nipoti, il governo, il Consiglio Superiore di Sanità, il papa, il primo esperto che si sveglia la mattina: sii responsabile, ora devi esserlo più che mai. Perché ho sessantotto anni e sono vecchio e non ho diritto a una macchina respiratrice, perché occuperei un posto senza speranza nel sistema sanitario che ha posto solo per chi ha speranza. Mi chiedono di farmi sposo, sposo universale, sposo dei miei amati, dei miei vicini, dei miei lontani, sposo della patria, sposo della nazione, sposo dell’umanità tutta quanta. E io sono vecchio, e i vecchi fanno fatica a sposarsi ancora una volta, per farlo devono avere indomita speranzosità, intatta dedizione all’amore. E per questo vorrei intanto poter tornare a sposarmi con me, con il mio corpo, con il mio fiato, amare ciò che sono, riconoscermi e guardarmi e toccarmi senza vergogna. E tutta questa sfiducia in ciò che vedono e toccano e sentenziano di me non mi aiuta. Stattene a casa; certo che lo farò, ma mi piacerebbe che me lo chiedesssero con dolcezza, perché dolcemente voglio farlo, come in una prima notte di nozze. Ancora una volta.