Torniamocene per un attimo indietro nel tempo fino agli anni ’80 del secolo passato e andiamo al cinema, sistemiamoci comodi in una poltrona, siamo venuti a vedere un gran film, colossal di questo nuovo genere così affascinante, la catastrofe, il titolo è lapidario, come di consueto nel genere: 2020. E ecco, si spengono le luci, e in poche sequenze già si palesa il gran teatro che ci avvince e terrorizza. Improvvisa e fuori stagione una spaventosa tempesta di vento devasta la Gran Bretagna. All’altro capo del mondo immani incendi ardono l’intero continente australiano senza che niente di ciò che l’uomo può pare possa fermarli. Dallo Yemen devastato da una crudele guerra un esercito di miliardi di locuste affamate sta invadendo l’Africa orientale, ha già distrutto i campi di cereali del Kenia e del Sauda e si sta dirigendo ancora a ovest moltiplicandosi a vista d’occhio, centinaia di migliaia di persone si mettono in cammino senza saper dove andare in cerca di cibo. Laggiù nell’Antartide un gruppo di ricercatori scopre una immensa grotta nei ghiacci, le lampade non riescono a scorgerne il soffitto e sembra che non abbia fine, sul fondo scorrono ruscelli di acqua tiepida, è la calotta che si sta sciogliendo, i ricercatori riemergono in superficie, misurano la temperatura dell’aria, non credono ai loro occhi, diciotto gradi. In Cina una misteriosa malattia miete vittime a migliaia e presto si si trasforma in una pandemia che minaccia il mondo intero, gli scienziati di tutto il mondo si mettono alla ricerca di un vaccino al momento senza risultato, il più giovane tra loro, quello che aveva scoperto l’esistenza della malattia e aveva dato, inascoltato l’allarme è già morto infettato. In mezzo all’oceano in una nave di spensierati croceristi si scopre che alcuni tra loro sono appestati dalla misteriosa malattia, si scatenano panico e paranoia, nessun porto accetta di sbarcare quella gente, la nave vaga senza meta per i mari, già scarseggiano i viveri e alcuni tra i passeggeri più esasperati e violenti trama l’ammutinamento. E a questo punto siamo più o meno a metà del primo tempo, siamo a febbraio, ancora non riusciamo a capire come saprà svolgersi la trama per condurre alla fine del film nel modo che ci aspettiamo e che ci solleva dall’ansia. Comunque andrà almeno un paio di umani, lui e lei, si salverà e fonderà un nuovo mondo, più giusto, più pulito, più generoso, più buono. Peccato che da qui, dalla prima mezz’ora, ancora non si riesce a capire chi siano quel lui e quel lei, chi vincerà la lotteria del lieto fine.