È inutile girarci attorno, aveva ben ragione Benedetto Croce e non possiamo non dirci appestati. Un popolo appestato, democraticamente appestato, senza distinzione di classe, provenienza, cultura. Se ne è accorto il più baldo e sano dei miei nipoti, il ventenne Gianluca; ha appena vinto una borsa di studio per fare ricerca sulle nanomolecole all’università di Gerusalemme e l’altro ieri ha ricevuto una cortese telefonata: al momento gradiremmo non si presentasse, poi si vedrà, le sapremo dire. Mi dispiace per Gianluca, quella borsa di studio è un’importante opportunità che potrebbe indirizzare il suo futuro in modo assai promettente, e voglio sperare che gli si riapra il gateway dell’aeroporto Ben Gurion al più presto, ma voglio anche sperare che questo smacco possa essere per lui e per i suoi coetanei, la futura umanità, un’opportunità. Per capire, anche solo per sospettare, che niente di quello che appare sancito e acquisito dallo status personale e persino di nazione lo è in perpetuo; non lo è mai stato, non esiste un diritto umano o divino al riguardo, ma si fa presto a dimenticarlo. Ieri eravamo i principi del mondo, oggi anche solo esibire il passaporto ci classifica indesiderabili. Al momento, poi si vedrà, ci faranno sapere; già domani tornerà tutto come prima, forse, ma non lo sarà per sempre, non è detto che lo sarà. Sì, potrà essere una preziosa lezione trovarsi nei panni di chi ci è già passato; fosse anche solo per un attimo provare quello che hanno provato le migliaia di coetanei di Gianluca che si son sentiti dire, no, qui non potete venire, siete infetti e ci portate le malattie, quelli senza nemmeno sapere da dove venissero, da quale stato di quale continente. Naturalmente noi principi del mondo non viaggiamo, al momento, su barconi sfondasti ma su comodi aerei e navi di lusso, ma questo potrà indurre un’ulteriore salutare considerazione: brutto a dirsi ma può capitare che non basti più nemmeno essere ricchi. A differenza di mio nipote io dalla pestilenza non ho ancora subito gravi danni, ho perso solo un concerto al Carlo Felice e ne sarò ricambiato con un altro, ma sono un anziano signore piuttosto cagionevole, dunque tra coloro che “non vi preoccupate, muoiono solo loro”, a proposito del leggendario buon gusto italiano.