Gli interessi dell’Italia, gli interessi degli italiani, era ora. Nel suo discorso di investitura, il primo ministro del nuovo governo, il governo del cambiamento se Iddio vorrà, lo ha pronunciato per cinque volte, quattro riferito agli italiani e una all’Italia, gli interessi degli italiani, gli interessi dell’Italia, aggiungendo congruamente il proposito di farsi avvocato del popolo, del popolo italiano, l’avvocato di ciascuno di noi; quando ci sono in ballo gli interessi un avvocato a disposizione è una mano santa. In quel discorso, e negli altri che ne stanno seguendo, il premier del cambiamento non fa cenno ad altro che gli competa e non si sono udite parole che appartengono alla consuetudine di chi ha intento e mandato di governare un paese, termini del tipo: le speranze, i bisogni, le attese, gli ideali, i sogni degli italiani, dell’Italia. Se il popolo ha sogni, speranze, attese, ideali, questo non compete all’amministrazione del Paese; in effetti quella roba non è che paccottiglia, usurato armamentario di passate stagioni, strumento retorico, arma dialettica, degli inveterati traditori del popolo, le élite. Ma, se pure ci è cascato in passato, nell’oggi il popolo si è fatto accorto, e se ha qualcosa per la testa, sono i suoi interessi. Quello che prima di tutto hanno d bello gli interessi è che, al pari del denaro, non puzzano, non soggiacciono ai lacci e lacciuoli della morale, dell’etica, della religione, gli interessi sono interessi e basta; se, tanto per dire, fai un matrimonio di interesse non è che poi devi star lì a invischiarti nell’amore e nella fedeltà. Di bello hanno poi gli interessi che sono facili da capire, non pongono domande, interrogativi, dubbi, incertezze; quelli che sono i miei interessi lo so senza starci a pensare più di un minuto secondo. C’è forse l’evenienza di qualche confusione intorno al fatto che i miei interessi siano gli interessi del popolo intero, o, volendo cercare il pelo nell’uovo, se ci sia davvero un popolo intero, stretto attorno ad univoci interessi. Ma una cosa è chiara, gli interessi degli italiani non c’entrano niente con gli interessi degli altri, gli altri chi?, e l’idea distorta di un’umanità che ha comuni interessi, per non dire comuni sogni, bisogni, aspirazioni ideali, può andare a farsi fottere, tanto per usare una espressione corrente tra i governanti del cambiamento.
Il Secolo XIX, 17 giugno 2018