Mi hanno chiesto, e è la terza volta, vuoi scrivere qualcosa sulla crisi di governo? E per la terza volta ho risposto, non ci penso nemmeno. Cosa potrei mai scrivere di ragionevole al cospetto dello stupefacente spettacolo di un elegantissimo, sartoriale, doppio carpiato rovesciato da piattaforma di dieci metri che consegna all’alloro del governo della novità il primate del governo del cambiamento? Potrei forse ragionare sull’abisso semantico che separa il cambiamento dalla novità, ma più ci penso e più non so da che parte, ragionevole, cominciare. Così vi propongo un tema più morbido, forse non più leggero, ma più grato, la famiglia. Una mia amica, una singolare giovane signora che pur essendo in piena età social e ben fornita di devices digitali legge ancora i giornali di carta, da non credere, mi ha mandato la riproduzione di una pubblicità apparsa sui quotidiani, forse anche questo, che reclamizza una nuova collana di favole per bambini, specificatamente favole della buona notte, che recita: Buona Notte Tesoro Mio, storie da 5, 8, 10 minuti. La mia amica è madre e ne è rimasta sconvolta, e voi lettori? Tra voi c’è qualche madre, qualche padre, o, forse qualche nonno, qualche nonna? In tal caso non che sensazione suscita in voi questa pubblicità? Vi turba? o forese vi alletta? Pensateci un attimo. Quanto tempo ritenete di poter dedicare ai vostri figli, o ai vostri nipote, perché chiuda gli occhi e s’incammini beato in un mondo di sogni d’oro? Dieci minuti? O forse sono troppi? Forse otto? O, con tutto quello che avete da fare, vi conviene la confezione da cinque? E poi, cosa è successo in questa ultima generazione ai piccoli dell’uomo? Io mi ricordo bene, ah se lo ricordo, le ore passate a raccontare storie soporifere ai piccoli che ho cresciuto, quanto me ne sono dovuto inventare perché quelle dei libri non bastavano più; e quante volte mi sono addormentato facendolo, e poi bruscamente svegliato dalla manina che mi ficcava un ditino nell’occhio, dai, continua… E mi ricordo quante volte, stremato, ho pensato, ma io a questo gli do una randellata in testa e lo faccio dormire in un secondo. Non l’ho mai fatto, ci tengo a dirlo. Forse c’è stata una mutazione genetica e i piccoli adesso con 5, 8, al massimo dieci minuti di dedizione sono a posto e buonanotte suonatori? Forse che dentro quelle storie si cela un potente narcotico, tipo che leggendole sprigionano uno spray di Valium? O forse il fabbricante di quelle storie, se c’è un’offerta è perché c’è una domanda, ha valutato in 5, 8, 10 minuti la disponibilità di pazienza, amorevolezza, dedizione, di questa generazione di madri e di padri? È tutto un gran dire che la famiglia va aiutata, che crescere i figli di questi tempi è un gran casino, che lo stato deve intervenire dando i necessari supporti. Più che giusto, cominci a mandare nelle case la sera dei rincalzi, professionisti della pazienza, della dedizione, dell’amorevolezza.