Ecco, adesso finalmente un governo ce l’abbiamo, e è un governo di italiani interamente volto agli interessi degli italiani, come non sentirci dunque sollevati. Ieri abbiamo potuto alzare al vento mille tricolori in onore alla Repubblica quando solo l’altroieri era certo che quei tricolori sarebbero stati branditi in disdoro del suo più alto rappresentante e tutore, come potremmo non trarre un sospiro di sollievo. Proprio l’altroieri s’era nel gorgo dello spread a un passo dall’abisso del 2011, la borsa tracollava sotto la calca dei capitali fuggitivi e il sentimento di gran parte della Nazione era di tribolata servitù e deprimevole impotenza, oggi le cose non vanno poi così malaccio, lo spread sta tornando su valori che destano la solita, vecchia preoccupazione, gli investitori sono tornati a comprare, non a man bassa ma comprano, certo che possiamo sentirci sollevati. Il governo ha giurato, nessuno dei suoi membri si è tirato indietro, erano tutti piuttosto composti e ben vestiti, non ci son stati schiamazzi, il ministro dell’interno si è sfogato tutta notte ed è apparso rilassato, il Presidente ha sorriso, pareva ai più che non avrebbe mai più potuto farlo, e anche questo è un gran sollievo. Ora che lavorino, gli elettori glielo lasceranno fare volentieri, gli oppositori glielo lasceranno fare comunque. Una sola avvertenza se mi è concesso. La tanto agognata formazione di un governo degli italiani con gli italiani per gli italiani attraverso gli italiani, i negher fora da i bal, non ci affrancherà purtroppo dalla tribolata servitù del debito e dalla deprimevole impotenza al cospetto dei mercati che solo l’altro ieri tanto ha indignato il popolo, quella è roba che resta. La condizione ovvia del debitore è la privazione della libertà, quattro secoli or sono William Shakespeare ne ha avvisato il popolo, per il popolo scriveva, ne Il Mercante di Venezia. È il capitale che detta le condizioni alla politica, un secolo e mezzo fa avvisava ancora il popolo Carl Marx ne Il Capitale. Ma purtroppo Shakespeare e Marx non sono le letture predilette dal popolo, ma dei non occulti, non hanno nessuna necessità di nascondersi, padroni del debito e del mercato.
Il Secolo XIX, 2 giugno 2018