Ecco qua un bell’indovinello per i lettori, una cosuccia da quiz televisivo, ma, vi prego, non fregate, non andate avanti a guardare la risposta. Dunque, si tratta di indovinare quale è il paese, la nazione, dove: è stato attuato un programma di governo socialista che prevede una riforma agraria che ridistribuisce le terre dei latifondi a 200.000 famiglie contadine ed è stata abrogata la decima dovuta ai latifondisti dai braccianti. È stata inoltre abrogata l’usura, i prezzi dei beni primari sono stati calmierati, i servizi sociali statalizzati e garantiti a tutti e i sindacati legalizzati. Si è svecchiata tutta la legislazione col divieto dei matrimoni forzati, la sostituzione delle leggi tradizionali e religiose con altre laiche e la messa al bando dei tribunali tribali. Gli uomini sono stati obbligati a tagliarsi la barba, le donne non possono indossare il burqa, mentre le bambine possono andare a scuola e non sono più oggetto di scambio economico nei matrimoni combinati. Si è avviata una campagna di alfabetizzazione e scolarizzazione di massa e nelle aree rurali sono state costruite scuole e cliniche mediche. Allora? Suvvia, non è così difficile, pensateci, è l’Afghanistan. Ma l’Afghanistan di quando? Di questi vent’anni testé defuntidi materna presenza dell’Invincibile Armata democratica d’Occidente? No, nisba, è l’Afghanistan della repubblica degli anni ’70, nata sulle ceneri della monarchia parlamentare di re Zahir Shah incapace di promuovere le riforme che il suo popolo attendeva. È verso quel paese che ho intrapreso il grande viaggio della mia giovinezza, innamorato dal gran libro di Robert Byron, La via per l’Oxiana, che lì arrivò negli anni ’30, e informato da un grande reportage de Il Giorno il quotidiano allora proprietà dell’ENI e diretto dal leggendario Italo, Pietra. Non arrivai mai all’Oxiana, la vecchia e gloriosa FIAT 1100 R ruppe la trasmissione in Persia e per ripararla finirono tutti i fondi tranne lo stretto necessario per ritornarmene a casa deluso e sconfitto. A proposito che fine ha fatto la Repubblica Democratica di Afghanistan? Male, con un colpo di stato; la repubblica aveva due nemici: le gerarchie religiose islamiche, perché anche se la religione era liberamente professata, in realtà erano fortemente penalizzate dalla riforma agraria e dall’abrogazione della decima di cui erano beneficiarie; e gli Stati Uniti del presidente democratico Carter perché, fonte Dipartimento di Stato, era necessario “dimostrare ai paesi del terzo mondo che l’esito socialista della storia sostenuto dall’URSS non è un dato oggettivo”. Il governo repubblicano non aveva mai avuto l’ardire di dichiararsi comunista, ma il fatto di dirsi socialista bastava e avanzava. Le autorità religiose proclamarono la jihad e gli USA finanziarono i mujaheddin, l’URSS colse l’occasione per invadere il paese eccetera eccetera fino a oggi. Tutto questo per garbatamente contraddire Henry Kissinger che, lui che la sa lunga più di tutti, ha dichiarato l’Afghanistan troppo arretrato per una democrazia. E invece ci ha provato, lo ha fatto da regno costituzionale e da repubblica democratica; e magari la sua, e la nostra, storia sarebbe stata un filino diversa se nessuno si fosse messo a rompergli i marroni per farsi gli interessi suoi.