Conosciamo tutti il significato dell’aggettivo zelante, ma non forse l’etimo della parola. Zelante viene da zelotes, zelota, traduzione greca dell’ebraico Kanna’im, con il significato di seguace, ammiratore; nel Talmud zelota assume anche il significato di byrionim, indifferentemente ruffiano e maleducato. Gli zeloti erano i componenti di una setta giudaica ultra ortodossa, ferventi patrioti fautori della lotta armata contro l’occupazione romana di Israele. Furono annientati da Vespasiano, che li aveva inclusi nella lista dei gruppi terroristici, e il loro ultimo atto fu la strenua resistenza nella città di Masada che si concluse con un suicidio collettivo; erano chiamati dagli occupanti anche sicarii, perché erano usi portare con sé un pugnale, sicae, con cui facevano fuori idolatri, bestemmiatori e collaborazionisti, non fecero bene alla causa di Israele. A Palermo, uno zelante funzionario dello Stato, sollecitato da una zelante sottosegretaria ai Beni Culturali, a sua volta sollecitata da uno zelante militante di Casa Pound di Monza, ha comminato la sospensione per quindici giorni dalla funzione e dallo stipendio a un’insegnante di lettere per mancata viglianza sui suoi studenti minorenni; avrebbe dovuto vigliare sulle loro opinioni, ed essendo tali opinioni sconvenienti, adeguatamente correggerle. Gli studenti, nell’ambito di una ricerca sui diritti umani, avevano confrontato le leggi razziali del ’38 con il decreto sicurezza dell’attuale governo; ma per approfondire, sul web trovate tutto, ricerca, interviste, opinioni. Anche la dichiarazione e la fotografia della professoressa; leggete le sue parole e date un’occhiata all’immagine di quella signora che il prossimo anno andrà in pensione dopo quarant’anni di insegnamento, così pateticamente ragionevole, mite e elegante; no, non è un tipo zelante, non ha niente dello zelota, men che meno del sicarius. Il ministro Matteo Salvini, zelante propugnatore e promulgatore del Decreto Sicurezza, non è un idiota e non ha abbracciato lo zelotismo, soprattutto non lo spirito suicida che lo distingue; così ha messo le vesti del rabbino Giovanni di Zaccheo, l’eroico traditore che è fuggito dalla Gerusalemme in mano agli zeloti e segretamente incontrandosi con Vespasiano è riuscito a salvare quello che rimaneva se non della materia almeno dello spirito di Israele. Similmente il ministro incontrerà la mite insegnante e i suoi studenti birichini. Se possiamo dare un suggerimento, lo inviteremmo già che c’è a incontrare un altro insegnante, il professor Sebastiano Sartori da Venezia, già zelante segretario regionale zelota di Forza Nuova, che sui social, e a scuola, esprime nel seguente modo le sue libere opinioni: “La Costituzione è un libro di m…buono per pulirsi il c…” e la senatrice a vita Segre “sta bene in un simpatico termovalorizzatore”.

Il Secolo XIX,  19 maggio 2019