Mi hanno chiesto, vuoi scrivere qualcosa sulla crisi di governo? Ma neanche a parlarne; una crisi politica accesa da un uomo per chiedere al popolo impugnando la Vergine Maria pieni poteri, è un’immagine troppo forte, terrorizzante se penso che la richiesta di quell’uomo avrà buone possibilità di successo. Perché il popolo va in visibilio per la Vergine Maria quando è chiamato a farsi maschio, c’è da pensare per via dell’irresistibile fascino della verginità, e, nel contempo incitato a farsi femmina, non vede l’ora di riconoscere i pieni poteri al più maschio tra tutti. E ciò che più ancora mi terrorizza è che si tratta della solita vecchia storia, rimasterizzata ma quella roba lì antica di secoli, che continua a funzionare anche quando tutto sembra essere diverso, nuovo di zecca, come se il popolo non avesse altra natura se non quella di un ermafrodito bestione ancestrale inebetito dal basto che gli hanno imposto gli dei. Solo che questo non è il popolo, questa è un’altra cosa, questa è la massa, detta altrimenti anche la gente. Il popolo è esattamente l’opposto di un bestione, è il sovrano. Almeno qui e ora, dove, fino a diversa decisione, ha scelto di vivere nello stato detto di democrazia, dal greco, potere del popolo. In questo stato, che non è né universale né intangibile, il popolo è la comunità di uomini liberi che liberamente ha scelto di condividere la sovranità sul destino di ciascuno facendone responsabilità di tutti. In questo stato è per scelta condivisa, il popolo non concede pieni poteri a nessuno perché i pieni poteri non possono che essere i suoi. Certo, la sovranità non è un’occupazione leggera, ma un duro lavoro che non conosce riposo, e ci sono momenti, nella fame, nella confusione, nella paura, che mettersi al basto dietro al bovaro, e alla certezza della stalla e della biada, può apparire riposante e rassicurante. Allora il popolo rinuncia alla sovranità e dunque a se stesso, e si autoriduce a massa, a gente. Chiama a sé il popolo il politico maschio e dominante, ma intende radunare la massa; dice, questa è la mia gente, e non intende appartenenza ma proprietà. E quello che davvero mi terrorizza è che io stesso ogni mattina mi alzo e devo decidere se sono parte del popolo sovrano e iniziare a faticare, o solo uno tra la gente è riposarmi un po’.