Repubblica
Ieri l’altro venerdì 2 giugno, festa della Repubblica, alle ore 7,30 del mattino la signora Nitina, diminutivo familiare di Anita, di anni 92 è stata vista dai pochi mattinieri della sua via aprire il balcone e issare sul pennone il tricolore della Repubblica Italiana, questa sera al primo buio la si vedrà ammainare quella bandiera, scuoterla dalla polvere della strada e ripiegarla ben bene prima di riporla in casa. È una cosa che succede da sempre e nessuno ci fa più caso, nemmeno al fatto, raro, che al balcone di una casa di civile abitazione ci sia un pennone, cosa assai rara. Il pennone lo issò suo marito Annibale buonanima nella notte dei tempi, nel 1976 per l’appunto, la bandiera è del padre più che buonanima della Nitina, a suo tempo la conservò ben nascosta nel giardino sotto un ciliegio per tutto il ventennio del fascismo, e ha nella banda bianca la scritta in oro “Dio e Popolo”, è la bandiera della Repubblica Romana, la madre morta giovanissima di questa nostra. La signora Nitina si sente anche lei madre della Repubblica perché in quel remoto giugno del ’46 ha votato; era una ragazza di ventun anni, era la prima volta che una donna aveva il diritto di farlo nel regno d’Italia, e secondo lei è la cosa più bella della sua lunga e appagante vita, e nonostante tutto lo sfacelo, la decadenza e le sozzerie, continua a nutrire per la Repubblica lo stesso intenso, esclusivo amore che riserva alla sua unica figlia. Naturalmente so che questa storia della Nitina è solo patetica cianfrusaglia; e va bene, ma pregherei il lettore di sgombrare per un attimo la mente e considerare con spirito franco quanto segue: è più patetico l’alzabandiera della signora Nitina, o forse, e tragicamente, lo è di più il giovane Andrea, che per inciso tra pochi giorni andrà a votare per il suo sindaco, che nell’approssimarsi degli esami di maturità chiede di verificare la sua preparazione e a domanda inerente la storia della sua repubblica risponde che Moro fi assassinato dal MSI e le bombe di Piazza Fontana furono opera delle Brigaste Rosse? Della signora Nitina questo Paese non se ne fa più di niente, ma siamo sicuri che gli serva a qualcosa di buono che il suo posto lo prenda Andrea?
Il Secolo XIX, 4 giugno 2017