Maurizio Maggiani: Tolleranza zero. Lo sceriffo non multa gli amici
Ogni giorno di più vado pazzo per la Tolleranza Zero. E tanto più l’esperienza mi segnala l’inattuabilità di questo principio, più mi convinto della sua bellezza e bontà. Oggi sono arrivato a credere che l’unica e ultima rivoluzione etica per cui valga la pena di armarsi moralmente è in nome e per conto suo.
Dico sul serio, ma per evitare l’inutile attività declamatoria e pascersi della concreta ragione della materia quotidiana, vorrei procedere per esempi concreti. Oggi affronterei il tema della Tolleranza Zero in rapporto alla dilagante microcriminalità balneare. Abbiamo appena finito di fare i bagni, ne sappiamo qualcosa. Ed ecco la mia storia esemplare.
In pieno agosto, a Diano Marina, nel Ponente ligure, una retata antelucana della locale polizia municipale ha messo la parola fine all’occupazione illegale della spiaggia libera per mano di quelle zecche umane che si incistano nell’arenile con ombrelloni e salmerie varie già nella notte, impedendo ai bagnanti a orario ufficiale di trovare posto per i loro asciugamani. Contravvengono a leggi e regolamenti inerenti il demanio marittimo, la libera agibilità del bagnasciuga, scocciano e fanno i prepotenti. Gli hanno rifilato una multa corrispondente, più o meno, a una mesata di ombrellone e sdraio in spiaggia privata. Punizione esemplare, del tipo “punirne dieci per educarne mille”, che è poi il segreto dell’efficacia dellaTolleranza Zero.
Nel Levante ligure, nella rinomatissima località di Monterosso, per tutta la stagione la cosiddetta “spiaggia libera attrezzata” non è mai stata per niente libera ma invece molto attrezzata. Ovvero inzeppata di ombrelloni e lettini, gestiti a pagamento, come e più di una spiaggia privata. Chiunque, come da leggi e regolamenti e civiltà, avesse voluto stendere il suo asciugamano e prendere un po’ di sole e farsi un bagno “liberamente” ne sarebbe stato impedito; di fatto e a parole. Per fortuna il cartello indicante la natura “libera” del tratto di spiaggia è ben celato agli occhi dei curiosi, e questo ha impedito sommosse e repressioni. Perché fosse chiaro che in quel tratto di spiaggia le leggi dello Stato sono sospese in nome delle locali usanze, il sindaco ha emesso un’ordinanza che consente all’affittuario delle attrezzature balneari di tenerle in loco anche durante la notte. E perché fosse poi chiaro che nessuno si azzardasse a soffermarsi sul bagnasciuga senza aver affittato lettini e ombrelloni, le sopraddette attrezzature sono state sistemate al limite della risacca.
Naturalmente c’è una legge dello Stato che imponedi tenere sgombri cinque metri di litorale. Ecco, un caso di microcriminalità balneare più strutturato ma della stessa natura di quello punito esemplarmente a DianoMarina. E a Monterosso non solo impunito, ma sostenuto dalle autorità locali. Tolleranza Zero versus Tolleranza Cento. Dato che il microcrimine impunito si consuma per tutta la stagione nel tratto di spiaggia più evidente per chiunque transiti per il paese, mi sono chiesto come sia stato possibile che le autorità di varia polizia che vigilano occhiute sui nostri litorali abbiano ignorato il microcrimine. Quando la domanda l’ho fatta ad alta voce, mi si è voluto rispondere che autorità e politici locali hanno molto a cuore la famiglia concessionaria della spiaggia e molto possono nel consigliare clemenza e tolleranza a chi crudamente potrebbe infierire.
È ovvio che i disgraziati ombrellai notturni Di Diano Marina non erano nel cuore di nessun parlamentare. È lampante che la Tolleranza Zero è rivoluzionaria e la sua essenza squisitamente democratica: non ce n’è più per nessuno in fatto di crimini e abusi. Zero a Levante e Zero a Ponente, a Sud e a Nord. È evidente che se questo Paese fa schifo è perché la propria famiglia, i propri elettori, i propri sodali, i propri soci risultano sempre esenti. È arcinoto che sotto il sindaco Rudolph Giuliani, l’inventore della “Tolleranza Zero”, la spiaggia di Long Island è sempre stata libera ma libera veramente. Come da cartello esposto.
Tratto da “Il Secolo XIX”, 9 settembre 2007