Maurizio Maggiani: Gli sponsor del potere
C’è una luce nuova che emana dalla Sinistra. Sconfitta dal destino cinico e baro, oggi, dopo un necessario periodo di sbandamento e di salutare riflessione, brandisce sicura l’arma della futura vittoria: la fiaccola splendente della cultura.
La sinistra ha capito che cultura è conoscenza, la conoscenza è potere, e conoscenza e potere assieme fanno vincere le elezioni e governare egregiamente il Paese.
Per questa ragione sono già sorti e sorgeranno, si spera, grandi e prestigiosi presidi culturali gestiti e presidenziati da politici autorevoli, biografie eccellenti di uomini sommamente versati nella pratica intellettuale. Ha iniziato il Migliore tra tutti loro, il presidente Massimo D’Alema con la Fondazione di "Italiani Europei". I programmi di questa associazione se ancora, per un deplorevole ritardo della Storia, non hanno segnato il dibattito filosofico in Europa e tardano a liberare gli spiriti delle plebi oppresse dall’ignoranza, hanno già maturato ubertosi frutti. Di quei frutti si ciba, insaziata, l’ardente polemica intellettuale in seno alla direzione nazionale dei Democratici di Sinistra. Spandendo i suoi radiosi riflessi ben oltre, fino a lambire i seminari della formazione politica della Margherita, e forse oltre ancora.
Questa benedetta associazione culturale ha un suo giornale di riferimento, il Riformista, che se non è ancora il quotidiano più venduto all’edicola strategicamente posta all’ingresso degli stabilimenti siderurgici Ilva, è conteso fino all’ultima copia tra i numerosi diplomandi alla scuola del futuro governo. Che, ormai anche Dio assieme a tutti noi lo vuole, non sarà più destra.
La sinistra di Genova, capitale europea della cultura, non poteva sottrarsi al dovere morale di associarsi ai fini della cultura. Ed è nata l’associazione Maestrale (urla e bincheggia il mare) per la volontà del più prestigioso politico e intellettuale cittadino. Benvenuto Maestrale (urla e biancheggia il mare). Ho ricevuto l’invito alla sua prima importante manifestazione pubblica: dialoghi con Romano Prodi. Potevo aspettarmi un incontro sulla rivitalizzazione delle biblioteche periferiche in Europa o un convegno sulle nuove forme di creatività giovanile, ma non ne avevo ragione. L’idea giusta è un’altra: la cultura di sinistra si occupi di Prodi e di chi gli sta accanto sul palco, visto che non ci riesce la politica; dopodiché ci penserà Prodi, e chi gli sta accanto, a occuparsi delle biblioteche e dei giovani.
Il ragionamento non fa una grinza. Visto che la cultura costa, l’associazione Maestrale (urla e biancheggia il mare) e i dialoghi con Romano Prodi sono stati debitamente sponsorizzati. Nell’invito sono segnate aziende per forniture industriali, logistica, arredi d’ufficio, ecc., ecc. Niente di male. E’ ben nota la leggendaria generosità degli imprenditori genovesi quando si tratta di scucire per la Cultura con la C maiuscola. Come lo è l’abnegazione e il disinteressato sforzo con cui si prodigano perché la sinistra si elevi culturalmente dalle bassezze della contemporaneità.
Può onestamente sfiorarmi il dubbio che, Dio la voglia, se il prestigioso politico che anima l’associazione addiverrà a un meritato successo elettorale e a un conseguente ruolo di governo, gli sponsor ci faranno un pensierino a essere gratificati da un occhio di riguardo? Sì, naturalmente. Ma anche qui non c’è nulla di male: non è così che va il mondo? Non è forse la sinistra figlia di questo mondo?
Non, non lo è, a dire il vero. Ma lo diventerà al più presto. Per la semplice ragione che non sa immaginarne un altro di mondo. Non sa farlo perché è ignorante, priva della cultura necessaria per pensarlo un altro mondo. Per questo è così importante che la sinistra produca cultura., prima di tutto per sé, per i suoi esausti quadri. Dovrebbero nascerne cento, mille, di associazioni culturali della sinistra. Cultura è potere, ma bisognerebbe decidere della natura di quel potere. Se è il potere che ti garantisce un posto di lavoro o se è il potere di rigenerare una collettività dispersa e affranta. Forse perché ciò accada ci vorrebbero anche altri sponsor. Mi piacerebbe, devo confessarlo, ricevere prima di morire un invito a una bella manifestazione culturale promossa dalla sinistra che abbia dichiarati come sponsor, vediamo un po’: Comitato senzatetto atrio di Brignole, Gruppo insegnanti di Borzoli, Associazione sfrattati di Terralba, Coordinamento stagionali della Pubblica Amministrazione, Collettivo ingegneri per la sicurezza di cantiere, Giovani scienziati a contratto Co.Co.Co., Piccoli Agricoltori Biologici, ecc, ecc. Sponsor che scuciono di tasca diecino su diecino, euro su euro, moltiplicandoli per mille,. Centomila, quanti sono. Sacrificando il poco che hanno, cercati casa per casa, scuola per scuola, baretto per baretto, piazza per piazza dai quadri politici che spiegheranno loro come non ci sia altra speranza che nella cultura, la cultura che cambia le cose e forse il mondo.
Certo, tutta gente che chiederà un occhio di riguardo il giorno che, Dio lo vorrà, la sinistra riprenderà il governo di questo paese. Ma chi se non loro merita un occhio di riguardo dalla sinistra? Oltre, naturalmente, alla ditta di ogoistica e quella di arredi d’ufficio, e quante altre grazie alla cui generosità ho potuto ascoltare Romano Prodi e chi gli stava accanto. Ma lo so, lo so, lo so: tutta demagogia, niente sale in zucca.
Tratto da “Il Secolo XIX”, 11 gennaio 2004