E adesso? Adesso cosa? Adesso, cosa succede adesso. Succede che la Gabri è da una settimana che non piange più. Lei la Gabri lavora a rianimazione, è la più giovane del reparto e s’è fatta tutto il covid, a ottobre dell’anno scorso ha preso a piangere, a fine turno, mai che l’abbiano vista in servizio, usciva dal reparto e cominciava a piangere e non smetteva, arrivava a casa dei suoi qui di fronte e ancora piangeva, le chiedevamo di come andavano le cose lassù al reparto e lei piangeva, per non vederla piangere abbiamo smesso di parlarle. E adesso ha smesso, l’ho persino vista io con i miei occhi a cincischiare e ridere con il suo filarino sotto l’olmo davanti a casa, ecco cosa succede. Succede che ho abbracciato il mio amico Moreno che è venuto a trovarci, lui ha fatto due dosi e io una sola, lui del nobile Pfizer e io del proletario Astra & Zeneca, mah, c’era da fidarsi? Non so, è successo senza pensarci, e è venuto così bene, così rinfrancante, come attaccarsi alla cannella di una fontana dopo una camminata che non finiva mai, ecco cos’è successo. Succede che ho tirato fuori le cartine della biciclettata che io e la Gloria dovevamo fare a Pasqua dell’anno scorso, cinque giorni, si sconfina in Slovenia; non lo so, magari non si potrà fare, ma intanto stasera dopo cena riguardiamo tutto per bene, poi si vedrà. Succede che da lunedì Secu riprenderà a fare le sue otto ore in fonderia e forse ci sarà da fare anche dello straordinario; dice forse perché sono arrivati dei bei ordini ma manca la materia, il rame va a peso d’oro e di certe leghe non si vede nemmeno l’ombra, i cinesi si sono preso tutto quello che c’era in giro mentre da noi si era in cassa integrazione. Secu è nero come un tizzone, si è fidanzato con una ragazza di qui color bianco latte, ora va alle serali di ragioneria, per lui il lavoro e l’amore e la scuola sono la stessa cosa, e quello che adesso succede è che torna a rinascere tutto quanto assieme, e ringrazia Dio per questo a ogni ora. Succede che giovedì andremo a Torino a trovare Francesco; Francesco ha centotre anni, ha appena finito un grosso lavoro su Lucio Fontana, nell’anno e più che è stato chiuso in casa s’è dato da fare a scrivere, dalla prossima settimana tornerà un’oretta al giorno in piscina, il suo medico gli ha detto di sì, ma quello che più gli manca sono gli amici, li ha persi da tempo quasi tutti. Noi ci siamo, andremo a chiacchierare e a volerci bene ancora con la mascherina sul muso, lui ha fatto tutto il vaccino ma la sua fidanzata dice che ancora non si fida troppo, e questo succede davvero. Succede davvero che giovedì farò la mia prima conversazione pubblica dopo un anno e mezzo e ho paura; sicuro, ho paura di non saper più parlare, di non saper più stabilire quell’intesa, quella complicità, che dà ancora una meravigliosa, gioiosa forza al mezzo di comunicazione più antico, il colloquio: guardarsi negli occhi e dirsi, ho una storia da raccontarti, ti va di fermarti? Sì, dai, fammi sentire. Succede che devo ricominciare da capo.

Succede che si ricomincia tutti da capo, che riprendere le cose là dove l’avevamo lasciate è semplicemente insensato; nessuno domani potrà dire in coscienza, ah, già, dove eravamo rimasti? Nessuno che abbia cuore, che abbia cervello riguardo a ogni cosa, agli affari e alla salute, al bene suo e dell’umanità, al bene del mondo. E sarà così anche per quelli che non vogliono bene a niente e a nessuno, chi lavorerà per il male dovrà avere le stesse preoccupazioni di chi lavorerà per il bene. Ogni abbraccio sarà un abbraccio diverso dal penultimo, ogni politica dovrà esserlo se vuole durare più di un sospiro; ogni impresa con qualche probabilità di successo, e ogni amore, ogni avventura, ogni fantasia, ogni preghiera andrà cominciata da capo. Il tempo che verrà non sarà tempo per ricapitolare, ma sarà il tempo di riconsiderare e pensare e vedere come ricominciare. La mia generazione può anche finire qua dov’è, godersi l’estate che viene, finalmente sul ponte sventola bandiera bianca, ma la nuova generazione, la generazione che ha patito assieme al covid tutti i fallimenti di quelle che l’hanno preceduta, o sarà una generazione di pionieri o di reduci. Pionieri che sapranno pensare e vedere e andare, o reduci da sussidiare finché ce ne sarà, e ce ne sarà per poco. Intanto la primavera s’è fatta estate e l’estate si farà autunno, verrà un nuovo inverno e c’è intanto da fare in modo che sia davvero un nuovo inverno. Ecco cosa succede.