E così l’onorevole Giorgia Meloni intrepida Marianna del novello littorio, ha fatto in parlamento la sua signorile figura ponendosi all’opposizione del taumaturgo di tutti gli italiani citando una lapidea frase di Bertolt Brecht, il grande drammaturgo comunista, ci siamo seduti dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati. Non mi illudo che l’onorevole Meloni e i suoi ghostwriter conoscano Bertolt Brecht e la sua opera, e, visto che non la trovo nelle prime tre pagine di Google, sono certo che ignorino la circostanza in cui quella frase è stata pronunciata. Vale la pena di ricordarla, magari faccio un piacere al suo staff e, già che ci sono, faccio anche un po’ di doposcuola al consiglio comunale di Genova che dà mostra di essere parecchio interessato al comunismo. È la risposta, sardonica, a chi gli chiedeva perché, dopo il suo esilio americano e con succulente opportunità di agiato e proficuo soggiorno nell’Europa “libera”, con la cittadinanza della Felix Austria già in tasca avesse scelto di vivere e lavorare nella sfigatissima DDR. La risposta gli è venuta così bene che è diventata un aforisma, e l’aforisma è colmo di una verità cristallina, il posto più giusto e consono dove andare a cercare un intellettuale è, sempre, dalla parte del torto, là dove non alloggia il conformismo, il comodo, il luogo comune, il potere. Infatti anche nella DDR si trovò ben presto “dalla parte del torto”, non erano passati cinque anni che ebbe modo di pronunciare una frase che divenne presto un altro folgorante aforisma; quando gli operai della repubblica democratica e popolare scesero in sciopero contro le dure condizioni di lavoro, si unì a loro contro i vertici del partito comunista che quelle condizioni avevano imposto, e quando il suddetto partito condannò e represse le proteste ebbe a scrivere, il Comitato Centrale ha deciso: poiché il popolo non è d’accordo, bisogna nominare un nuovo popolo. Morì abbastanza in fretta per risparmiarsi il peggio che sempre aspetta chi, agli occhi del potere, si mette dalla parte del torto. Faccio questa ripassatina perché voglio un gran bene a Brecht e vedo che qui da noi -non negli Stati Uniti, non nel resto d’Europa, non altrove nel mondo, dove è unanimemente tenuto nella considerazione di uno dei massimi drammaturghi del secolo scorso- non se lo fila più nessuno, tranne, naturalmente, nei Littoriali della Cultura dell’onorevole Meloni. Immagino che sia perché quelli che scelgono il posto sbagliato, quelli che si siedono nel posto più scomodo, quelli che da lì appaiono un po’ troppo intelligenti, un po’ troppo brillanti, un po’ troppo bravi nel loro lavoro per poterli con agio schernire e deridere, risultano particolarmente antipatici. In particolare ai “culturame” per dirla con il maggiore tra i ghostwriter dell’onorevole Meloni, che in marcia dalle posizioni più estreme verso il posto sbagliato, finiscono per incomodarsi nelle anguste poltroncine degli studi televisivi e nelle rigide sedute offerte dalla segretaria del ministro convocati in audizione speciale, accomodatevi, vi ascolto con sincero interesse, cari.