Paure
E alla fine andremo tutti da qualche parte domani, se già non ci siamo, perché le ferie d’Agosto, fosse anche solo Ferragosto, non si negano a nessuno, nemmeno a chi non ha chi gli paghi la giornata. L’Assunta, che è già un gran miracolo di per sé, fa anche questo miracolo di mandare tutti quanti a prendersi un po’ di respiro. Sempre che ce la faremo in questa estate del Gran Spavento Generale. Io per me sarei contento di tornare almeno per un dì di festa alle mie buone, vecchie ansie. Libero almeno domani dal terrore del jihadista della porta accanto, del lupo solitario, dell’esercito kamikaze, del pazzo stragista, disposto a sganciare 100 euro a un concessionario di pubblico litorale perché mi lasci a gingillarmi sotto un ombrellone con le paure arretrate, accumulate nel fondo di una coscienza presa in ostaggio dai nuovi, urgenti spaventi. Ecco, vorrei sin dal primo mattino tornare ad avere ansia all’idea del simultaneo risveglio della milionata di turisti che stanno alloggiando in questa mia patria Riviera, del loro simultaneo agire sullo sciacquone del water, paura per la natura del liquido dove di qui a poco mi immergerò per una salubre nuotata. E quindi vorrei tornare ad aver paura dell’onda anomala, che ce la siamo dimenticata ma è lì, in agguato nel vasto mare, e prima o poi ce la troveremo davanti anche noi, e non avremo scampo perché alle spalle abbiamo l’Appennino e ci andremo a sbattere contro e moriremo annegati tutti quanti come topi. Dopo la pausa prandiale mi piacerebbe farmi cullare dall’ansia sottile che mi ha incistato la notizia di larga diffusione sul net che adesso ci sono le nano patologie, che sono centinaia di migliaia, e si prendono respirando, camminando, mangiando, bevendo e anche dormendo, e se non ci ammazzano prima i cancri moriremo di tutta quella roba lì. Per non parlare della fifa che mi fanno le scie chimiche e l’idea che sia già pronto un upgrade dell’app di Trenitalia che renderà finalmente e definitivamente impossibile farsi un biglietto per tornare a casa a nascondersi nello sgabuzzino. Buon ferragosto.
Il Secolo XIX, 14 agosto 2016