Maurizio Maggiani: Angela Merkel. La massaia di ferro e l’energia pulita
Il cancelliere tedesco signora Angela Merkel è percepita da suoi concittadini di destra, di centro, di sinistra, come una simpatica massaia energica e bonaria, di gusti estetici un po’ pateticamente “ossi”, eredità Ddr, e con sufficiente serenità sono portati a spiegarti che la signora è in fin dei conti l’immagine di facciata di un potere che sta altrove, nella grande industria, nei grandi affari. Come sappiamo, la signora Merkel, democristiana, dirige un governo di larghe intese, che pare non brilli per forza e slancio, e, a sentire i sondaggi, non particolarmente amato dagli elettori. Bene, l’Europa, e il mondo, devono a questa signora politicamente moderata, caratterialmente opaca, un gesto politico che modificherà la storia del terzo millennio, e la modificherà in meglio. La decisione della Commissione europea da lei presieduta di imporre ai 27 Paesi membri (imporre, è importante, molto) di utilizzare per almeno il 20 per cento del consumo energetico risorse da fonti non inquinanti significa proprio questo: cambiare radicalmente la vita, le attività produttive, la cultura sociale dei popoli europei, ponendo il resto del mondo di fronte all’evidenza che uno sviluppo ecologicamente sostenibile sia veramente possibile, metterci una pezza, vera, all’effetto serra altrettanto. Le massaie non sono sognatrici, la signora Merkel ha molte qualità ma non è un’utopista radicale, il piano energetico europeo non è un sogno né un’utopia. Alla faccia delle legioni di sapientoni che ci spiegano come l’alternativa al petrolio sta nel nucleare, il piano europeo prevede il nucleare solo come eccezione gallica, per non deprimere l’orgoglio francese; alla faccia dei medesimi che tirano fuori di tasca biglietti su cui dicono ci sia scritto come le fonti rinnovabili di energia siano troppo costose per essere una vera alternativa, la “rivoluzione verde” europea è assai probabilmente la più grande chance di sviluppo economico del millennio. Tanto per capirci, già da un paio di anni negli Usa, nel Giappone e in Cina e Germania, gli investimenti per le tecnologie legate allo sfruttamento delle fonti rinnovabili sono quelli che crescono maggiormente in percentuale; metà delle imprese di Silicon Valley ha pronti o già in opera piani di trasformazione della ricerca e della produzione verso le tecnologie informatiche legate alle fonti rinnovabili: finanziare la produzione di silicio per le celle solari è consigliato come l’affare più sicuro da Wall Street. Quest’anno il Giappone ha cessato di erogare aiuti statali per l’acquisto di sistemi fotovoltaici perché sono ormai concorrenziali alla bolletta elettrica tradizionale. Progettare e produrre per la sola Europa nuove generazioni di impianti per lo sfruttamento del vento, del sole e delle biomasse, richiederà uno sforzo industriale inimmaginabile per qualsiasi altro ramo della produzione. Alla fine la signora Merkel ha proposto al mondo un vero e proprio affare. Complimenti. Strano come possano cambiare le cose da un giorno all’altro, e com’è strano che a volte basti la volontà di ferro di una massaia per rivoltare il mondo intero. Strano ancora che in questo nostro Paese chi ha pensato cose da signora Merkel si sia preso dell’idiota da gran parte dell’arco costituzionale. Almeno fino a ieri.
Tratto da “Il Secolo XIX”, 11 marzo 2007