Maurizio Maggiani: A Gesù Bambino proposta di agenda
Questa è la piccola preghiera a Gesù bambino che metterò sopra il piatto dei commensali che si abbofferanno alla mia mensa per la cena di Natale. Caro Gesù bambino, siamo qui che aspettiamo che qualcuno si degni finalmente di aprire una stalla e lasci che tua madre possa partorire e tu possa nascere scaldandoti almeno al fiato degli animali. Lo stiamo facendo in allegria perché sappiamo già che, nonostante tutto, sarà un parto felice. Questo ci rende, almeno questa sera, ottimisti e anche, perdonaci, ansiosi di vederti al lavoro. È per questo che ci permettiamo di fissarti già un po’ di appuntamenti.
Dunque Gesù, ti supplichiamo: comincia a esercitare fin d’ora, quando ancora i Re Magi si stanno chiedendo dove cavolo si sia posta la stella cometa, la tua immensa pietà, la tua sovrana giustizia, la tua divina saggezza. Abbi pietà dei filotranvieri che ancora l’altro ieri ci hanno fatti diventare pazzi; a piedi e negli ingorghi, sui taxi a tariffe criminogene, impalati come pecore smarrite alle fermate deserte. Ma giudica severamente, Gesù, quelli che li hanno assunti a settecento euro al mese, quelli che pensano che quella sia una giusta mercede. E sii più severo che mai con quelli che li licenzieranno per assumerne altri seicento.
Non avere pietà di chi dice: così va il mondo, quando trasforma un salario in elemosina, perché questo è solo il mondo come lo vuole lui. E non avere pietà dei sindacalisti che non hanno più bisogno di bussare alla porta del direttore generale, ma non sanno più come si entra nell’officina. Ma abbi pietà, Gesù, di tutti quanti noi che abbiamo bestemmiato alle fermate degli autobus, e dacci un po’ di tempo ancora per capire quanto sarà facile che tocchi anche a noi vivere di elemosine.
Abbi pietà di Tanzi, che si è giocato alla roulette finanziaria delle Isole Caiman qualche migliaio di miliardi dei risparmiatori. Ma non avere nessuna pietà di chi ha promulgato, per lui e quelli come lui, una legge sul falso in bilancio che gli risparmierà la galera. Non avere pietà di quelli che dicono che la ricchezza del mondo è dentro i listini delle borse, quando invece ci vedono solo la loro. E abbi tanta pietà invece per le vacche che fanno il latte, i campi che fanno il grano, gli alberi che fanno i frutti, che da ricchezza degli uomini sono diventati carta per accendere il sigaro nelle trattative tra i colossi della finanza. Abbi pietà di Rai 3, che è diventata una rete senza un po’ di fantasia, senza buone idee, senza carattere. Ma giudica duramente chi dice: la pubblicità la salverà.
Perché, o Signore, tutti gli altri popoli hanno diritto a una rete pubblica che fa cultura, istruisce alla cultura, diletta col la cultura, e noi no? Perché tutti gli altri trovano i soldi per una rete culturale senza vendersi alla pubblicità, che della cultura non gliene frega niente? Non avere pietà per chi si spende il canone pagato dai cittadini per proiettargli in casa delle porcate. Non averne per chi dice: pubblicità e libertà. Frustali come hai frustato i loro antenati nel tempio. Ma abbi pietà per rete 4 e per il suo direttore. Portali in cielo con te su un satellite da dove il mondo intero potrà vederli brillare lassù, e gioirsene. Giudica severamente Saddam Hussein, per tutto il male che ha fatto al suo popolo e agli altri. Ma altrettanto severamente giudica i suoi giudici, che lo hanno fatto prosperare nel suo imperio, gli hanno fornito le fiale dei suoi veleni, i proietti dei suoi cannoni. Giudica severamente, Gesù, chi produce e usa armi contro i tuoi figli, ma non avere pietà di chi tace sulla più grande arma di distruzione di massa del mondo: l’Aids. Che sta uccidendo milioni di tuoi figli senza impietosire i potenti, senza che una sola medicina sia data loro per quello che la possono pagare.
Giudica senza pietà chi non si occupa di portare giustizia e democrazia nel Congo, dove i padroni delle sue grandi ricchezze hanno fatto tre milioni di morti ammazzati. Sai bene, o Signore, che quei padroni hanno nomi che conosciamo, voci che predicano contro il male. Sii inflessibile con chi si arricchisce della miseria altrui, con chi dice: così va il mondo, e quel mondo l’ha costruito lui. E infine abbi pietà di noi, che siamo qui a nutrirci dei frutti di una terra e del lavoro di uomini che non saranno chiamati alla nostra tavola. Per noi fai che valga la preghiera che dice: Signore, dona il pane a noi che abbiamo fame e dona la sete e la fame a noi che abbiamo il pane.
“Tratto da: “Il Secolo XIX”, 21 dicembre 2003″