Maurizio Maggiani: In guerra contro tutto
Non mi ci beccherete tra gli ipocriti farisei che oggi ci stanno interrogando o interrogano voi – loro con viva preoccupazione e voi chiamati a vivacemente preoccuparvi – su questa straordinaria ondata di pistoleri che fanno secchi sindaci, antiche fidanzate, ignari passanti. Cosa c’è che non va? Alla guerra come alla guerra, in che altro modo, se no?
E che siamo in guerra è esattamente quello che ci ficcano da un bel po’ di tempo nella zucca i farisei ipocriti, i costruttori di opinioni, gli unti, gli eletti, i custodi della voce del popolo, gli strateghi, i consiglieri. Siamo in guerra contro tutto. Siamo in guerra contro tutti i terrorismi che riusciamo a immaginare, siamo in guerra contro i giudici, gli spacciatori, i vicini di casa, i clandestini, le prostitute, i comunisti, i dittatori. Non mi risulta che siamo più in guerra contro la disoccupazione, ma si vede che di disoccupati non ce n’è più.
E’ una guerra mondiale di difesa, dobbiamo difenderci da tutto, perché tutto congiura contro di noi. Tutti ci minacciano o possono minacciarci. Minacciano o possono minacciarci. Minacciano la democrazia, minacciano la proprietà, minacciano la vita, minacciano i valori.
Del resto, se mi entrano in caso e vogliono rubarmi tutto, perché non dovrei sparare a quei criminali? E se mi arriva la figlia stuprata, devo aspettare che la giustizia faccia il suo corso e lasci in giro lo stupratore, o, se solo voglio un po’ di bene a quella ragazza, ma la vado io a fare la giustizia? E se uno sconosciuto per strada mi guarda con gli occhi iniettati di sangue di un maniaco omicida, che devo fare, devo aspettare che mi sgozzi? La proprietà, l’onore, la difesa, sono estensibili all’infinito. E se mi rubano il lavoro? E se mi rubano l’amore? E si attentano alla mia tranquillità?
Forse ci siamo dimenticati che nei tempi antichi è stato inventato lo Stato con i suoi poteri proprio per mettere un limite a questa estensibilità affatto soggettiva. Beh, naturalmente solo dei pazzi possono mettersi a sparare per certe cose, ma di pazzi potenziali ce ne sono a milioni. A sentire la corporazione farmaceutica il 40 per cento della popolazione italiana ha qualche problema di stabilità nella zucca. Certo, con qualche pillola possiamo sistemare tutto. Sicuri?
Hanno creato una realtà ansiogena, lo hanno fatto perché è il modo migliore per esercitare qualunque genere di potere. Tutti ci minaccia, tutto genera ansia. Io sono qui per difendervi, per salvarvi. E se nessuno ci difende, e se nessuno ci salva, quando vagoliamo in questo pezzo marcio di vita in preda a una angosciante frustrazione? Non ci hanno forse insegnato che gli uomini veri, i sinceri democratici, non stanno lì a farsi mettere sotto? I più deboli mentalmente, culturalmente, sono quelli che alla fine vedono più chiaro come mettere in pratica la dottrina. Naturalmente è una stupida coincidenza, ma il vigile urbano che ha dichiarato dopo aver scaricato la sua pistola “ho fatto quello che andava fatto” ha ripetuto alla lettera la frase di un presidente che aveva appena scaricato le bombe dei suoi aeroplani su un Paese intero. Si parva licet.
Se ingeneri ansia, se costruisci paura, non tutti hanno quel minimo di equilibrio adatto al senso delle proporzioni, e ansia e paura moltiplicano quel genere di persone. E’ un processo molto lento in una antica cultura pacifica come la nostra, ma lentamente quel processo fa il suo corso. E poi, mi volete spiegare perché mai dovremmo essere diversi dal Paese che è la nostra guida, l’esempio per tutti? Negli Stati Uniti ci si scandalizza ormai solo quando il folle fa fuori più di una decina di minorenni, e non ci risulta un solo atto governativo che tenti di metterci una pezza. Vuol dire che i pistoleri folli sono un prezzo sopportabile, uno dei prezzi della democrazia. La democrazia più compiuta del mondo, il traguardo a cui dovremo giungere. Auguri a tutti quanti, e, mi raccomando, state attenti quando camminate per strada.
“Tratto da: “Il Secolo XIX”, 7 marzo 2003″