6) Il noto poeta Oreste Pigon
Il noto poeta Oreste Pigon amava tenere in casa un acquario con dei graziosi pesci rossi. Un giorno, mentre stava loro versando del cibo, gli venne da starnutire così violentemente che il suo occhio destro, un occhio di vetro assai ben riuscito, gli scivolò via dall’orbita e andò a finire nell’acqua. Dall’altro occhio egli vide distintamente la piccola sfera inabissarsi tra le acque iridescenti e poi posarsi sul fondo, dove si adagiò su un ciuffo di alghe sintetiche. Al poeta parve di aver assistito ad uno spettacolo meraviglioso, un evento di straordinaria bellezza plastica. Pianse di commozione, e nell’asciugarsi le lacrime notò che anche l’occhio buono dava segni di volersi staccare dal suo naturale ricettacolo. “Bene -disse fra sé l’insigne poeta- bene, vediamo di ripetere l’irripetibile.” E preso delicatamente l’ultimo occhio tra le dita diede uno strattone deciso e lo lasciò cadere nella vasca. I pesciolini, estasiati, guizzarono attorno alla sfera lattiginosa finché non andò a posarsi proprio accanto al suo gemello artificiale. Oreste Pigon inciampò sulle sue stesse ciabatte e cadde.