3) Un porcospino nelle incertezze della sua maturità si innamorò della criceta
Un porcospino nelle incertezze della sua maturità si innamorò della criceta del cortile di fronte. Fin qui tutto bene, perché la criceta lo ricambiava con dolce dedizione. Si trastullava il porcospino, uomo d’arte, in lunghe serenate di madrigali all’indirizzo dell’amata, la quale tanto si deliziava che finiva col prorompere in eccitati squittii di piacere. E qui veniva il male, poiché il richiamo d’amore del roditore suonava agli orecchi sensitivi del porcospino come un insopportabile stridio, così che istintivamente rizzava il pelo nei consueti aculei della sua specie. La notte che le forze primordiali del suo cuore lo spinsero a farsi sotto e risolversi finalmente a baciare l’appetitosa criceta, egli era ben cosciente di come si sarebbero tragicamente messe le cose, e tentò in ogni modo di resistervi. Ma a nulla valsero i suoi eroici sforzi. Quando, vinta dal fervore del bacio, la criceta diede fiato ai suoi estatici squitt squitt squitt, inevitabilmente ella si trovò prigioniera di una terrificante palla di spine. Per lo spavento -come è tipicamente della femmina- dalle sue viscere sgorgò uno scrosciante ruscelletto di urina. Il tepore del liquido pervase il corpo del porcospino come un’ondata di rasserenante dolcezza, così che il suo vello si distese e tornò ad ammorbidirsi. Da quella sera e per sempre la criceta si avviò agli appuntamenti d’amore senza mai scordare di tenersi ben stretta la pipì, anche a costo di patire un po’ lungo la strada.