Forum della Filosofia

I licei italiani si sfidano ogni anno nel Forum della Filosofia, una cruenta tenzone del pensiero promossa dall’augusta Società Filosofica Italiana, dove vince –pochi spiccioli e una pergamena- l’argomentazione più persuasiva e meglio scientificamente sorretta su un tema dato tra gli infiniti posti dalla filosofia, e cioè dall’amorosa sete di conoscenza che l’universa umanità attribuisce a se stessa. Il tema di quest’anno è stato Destra e Sinistra, la qual cosa desta un qualche sconcerto nel pubblico. Non siamo forse già oltre, bel oltre? Non siamo forse in procinto di godere del primo governo compiutamente né di destra né di sinistra, a cura di forze politiche un tantino fascistelle ma anche un pochino comunistose? Forse che il popolo non ne può più di questi vecchi schemi ottocenteschi che tanto lo hanno fatto soffrire nel novecento? Ma i filosofi amano porsi interrogativi senza interrogarsi sulla loro popolarità, e ho assistito alle finali del certame tra sei licei equanimemente nordisti e sudisti e ne sono rimasto estasiato. Quei giovani uomini, quei giovani donne erano gente seria e era un pezzo che non vedevo un assembramento di gente seria; avevano tutti quanti sgobbato parecchio, ma non si sono messi a ripetere quello che avevano studiato, sono arrivati armati di ciò che hanno compreso, si sono confrontati su modi diversi del sapere, ma quando mai è stata l’ultima volta che ho assistito a un confronto di saperi tra adulti? Mi ha estasiato assistere alla formazione di una élite; non ho la più pallida idea di ciò che ne sarà di loro, se si faranno avanguardia e classe dirigente, se annegheranno tutti quanti nel derpimevole stato delle cose, ma a guardarli, tutti vestiti per benino di molto o di poco, allegri e saggi, mi si è aperto il cuore, dunque questo non è il paese dei morti viventi. Siccome di idioti e di sbruffoni non ce n’era, ognuno dei gruppi contendenti ha argomentato non solo l’evidenza ma la necessità della diade, così la chiamano  i filosofi, destra e sinistra, sempreché si voglia dare ancora credito al sistema della democrazia; semplicemente non è data democrazia se in una società non si organizzano, combattono e trovano modo di convivere destra e sinistra, l’essere e il dover essere, il chiudersi e l’aprirsi. Mi ha estasiato constatare come l’ignoto liceo pugliese fosse un filo più argomentante del blasonato lombardo. Ha vinto l’agone il liceo di Torricelli Faenza, e questo mi ha dato grande conforto, posso arrivarci in bicicletta al Torricelli, nel caso avessi bisogno di chiarimenti urgenti su come ragionare da persona seria.

Il Secolo XIX, 13 maggio 2018