Considerata l’imminente abolizione della povertà e potendo in tal modo guardare al futuro con animo sereno, ho deciso di mettere finalmente mano al bagno di casa, un proposito che trascuravo da troppo tempo ormai. Come vanno queste cose si sa, si parte con la massima cautela, facciamo l’indispensabile, vediamo di prendere roba buona senza scialacquare, e inevitabilmente si finisce per giungere al topico “ma con qualcosina in più però…” Il qualcosina in più si è transustanziato in un esborso del 150% superiore a quanto stabilito nel documento di programmazione economica familiare e in alcuni accessori di straordinaria bellezza. In particolare una doccia con nove diverse funzioni, “già che uno di fa la doccia, tanto vale che se la faccia al massimo delle odierne potenzialità del mezzo”, e un mobiletto a cassetti senza maniglie, “le maniglie sono ingombranti e traditrici”; togliere le maniglie a un mobiletto costa in effetti che a lasciarcele, che a lasciarcele e così le funzioni multiple della doccia, queste addirittura tre volte tanto le funzioni basiche. Questi acquisti si fanno in stato di trance, ipnotizzati, e forse drogati, dal più astuto dei commessi della migliore ditta di sanitari della città; quando, nella delicata intimità del nuovo bagno, sono rinvenuto, mi sarei messo a piangere. Se non l’ho fatto è perché ero troppo occupato a cercare di capire come si apre un cassetto senza maniglia e come si può provare la doccia multipurpose senza pigiare il tasto sbagliato e inondare la stanza. Per fortuna doccia e mobiletto mi sono stati dati con relativo manuale di istruzioni, in un paio di giorni siamo riusciti a farci tutti quanti la doccia, se non al massimo delle sue potenzialità, almeno nella funzione basica, per il mobiletto la cosa si è fatta un po’ più spinosa, è richiesto un tocco particolare delle dita per i cassetti superiori e un certo qual calcetto di piede per il più basso, a volte viene bene a volte no. Ora chiedo ai lettori nella speranza che abbiano vissuto una qualche similare esperienza, è mai possibile ridursi a dover ricorrere a un libretto di istruzioni per lavarsi e prendere un asciugamano dal cassetto? È mai possibile che questa follia possa compiersi solo per poter spendere qualcosina in più? E, in particolare, è inverosimile prevedere che il paio di miliardi di umani che non solo non dispone di una doccia qualunque, ma nemmeno dell’acqua per potersela fare, si stufino di assistere a questa pazzia e si risolvano per smetterla di chiedere inutilmente l’elemosina di ciò che sarebbe diritto universale e intraprendere la strada che la storia del mondo ha sempre largamente offerto, quella della vendetta?

Il Secolo XIX, 21 ottobre 2018